Gian Battista Della Porta Eclettico, ferrato nelle più varie materie, sempre avanti rispetto alla cultura scientifica del suo tempo, Giovanni Battista Della Porta nacque a Vico Equense il 1° novembre 1535 in una famiglia molto benestante, proprietaria di terreni e di navi, che gli permise di studiare con maestri di prim’ordine. Aveva appena ventitrè anni quando pubblicò la prima versione del suo Magiae Naturalis, a cui seguì un trattato che gli fece incontrare il re di Spagna Filippo II e che lo accreditò come il maggiore crittografo del Rinascimento. Viaggiò in Francia e Spagna e in Italia, oltre che a Napoli, visse a Roma, Venezia e Ferrara. Fu fondatore dell’Academia Secretorun Naturae, alla quale si aderiva dopo aver compiuto una scoperta scientifica e che attirò prsto l’attenzione dell’Inquisizione fino ad essere chiusa per ordine del papa. Gli anni ’80 furono molto prolifici di opere: dal trattato sulla coltivazione degli alberi da frutta Pomarium e sugli ulivi Olivetum ai quattro volumi sulla fisiognomica De humana physiognomonia, al trattato sulla fisiognomica applicata al mondo vegetale Phytognomonica. Nel 1589 cominciò a frequentare il filosofo Tommaso Campanella, poi a Venezia conobbe Paolo Sarpi e nel 1593 incontrò Galileo, con cui condivise la partecipazione all’Accademia dei Lincei, in cui entrò nel 1610 subito dopo la fondazione. Nel 1603 era stato a Praga ospite dell’imperatore Rodolfo II, a cui aveva dedicato un trattato sulla Taumatologia. Altre sue opere trattavano di ottica, idraulica, chimica, matematica, meteorologia e astronomia. Fu anche collezionista di esemplari dal mondo naturale e di piante rare. Scrisse quattordici commedie, una tragicommedia, una tragedia e un dramma liturgico. Morì a Napoli il 4 febbraio 1615.