A PIECE OF HEAVEN
NAPOLI
CASERTA
BENEVENTO
AVELLINO
SALERNO
Un secolo fa, nel 1922, alcuni operai edili erano intenti a realizzare lo scavo di fondazione per un nuovo edificio in una zona non lontana dal famoso anfiteatro di Capua.
Una straordinaria concentrazione, stratificazione, compenetrazione di edifici sacri. Tredici edifici sacri, sette dei quali identificabili come basiliche.
È il sentiero 518 del Parco nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano, ovvero l’antico sentiero Casalicchio, che contribuisce a collegare la Roscigno Vecchia immersa nel suo sonno letargico alla Roscigno Nuova dove scorre la vita.
Ancora fino a qualche decennio fa, caratteristiche imbarcazioni di legno navigavano sul fiume Sarno, usate per la pesca e per la raccolta delle canne.
Avevano seguito il corso dell’Irno, fino ad avvicinarsi al luogo in cui s’incontra col mare.
Vicino Calvi Risorta è localizzata l’antica Cales, fondata dagli Ausoni o Aurunci e loro capitale, poi cantata dai poeti latini e citata da Cicerone per la sua produzione vinicola già a quel tempo di eccellenza, come diciamo oggi.
Della frazione di Sant’Eramo, nel territorio di Pietravairano, erano conosciute in origine le mura megalitiche pre-romane.
Il recupero iniziò un secolo fa, con i primi scavi nell’area del teatro dell’antica Suessa, potente centro della Pentapoli Aurunca le cui prime testimonianze risalgono all’VIII secolo a.C.
Il sentiero verso il borgo di Teano attraversava terreni con resti di antiche costruzioni appena visibili tra rovi e erbe selvatiche. Per quelle presenze, l’intera zona era conosciuta ormai come “le Grotte” e vi era stata eretta una cappella dedicata alla Madonna.
Secondo Strabone, fu Giasone, dopo aver conquistato il vello d’oro, a fermarsi con gli Argonauti alla foce del Sele e a dedicare un santuario alla dea Hera.
Un promontorio sul mare con una vicina fonte di acqua dolce: per i Greci era la condizione ideale per un nuovo insediamento.
Era il I secolo d.C., tra il 30 e il 60, quando un ricco e colto personaggio della Roma imperiale, forse un senatore, costruì la sua grande villa marittima nel luogo che dal torrente avrebbe preso il nome di Rheginna Minor, divenuta semplicemente Minori molto tempo dopo, con la dominazione sveva. Quella villa marittima, sepolta dai materiali dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e da colate di fango successive, dopo essere stata
Per diciannove secoli Aenaria era stata solo una leggenda. Nella baia dominata dal Castello Aragonese nessuno aveva mai trovato tracce della mitica città romana che aveva trasmesso il suo nome all’intera isola.
Dedicata a Giove, la Villa Jovis dell’imperatore Tiberio è la prima tra le dodici ville isolane d’epoca romana. Immensa, con settemila metri quadrati di costruzioni, tredicimila metri di parco con terrazze e ninfei disseminati su 40 metri di dislivello, si protende, maestosa, verso la Penisola Sorrentina e Punta Campanella. Gli scavi di Amedeo Maiuri hanno riportato alla luce il nucleo centrale con grandi
Ha lo stesso nome del simbolo della Città Eterna, l’Anfiteatro Flaviodi Pozzuoli, ma non sfigura affatto rispetto al più famoso degli anfiteatri, visto che per dimensioni è terzo proprio dopo il Colosseo e il suo omologo di Santa Maria Capua Vetere, a Capua.
Il Rione Terraè il cuore dell’antica Puteoli romana, valorizzato appieno nella sua grande valenza archeologica con un restauro che, negli anni recenti, ne ha consentito anche la fruizione da parte del pubblico.
Il monumento più singolare di Pozzuoli è il macellum, ovvero il mercato pubblico, più noto come Tempio di Serapide per il rinvenimento della statua del dio greco-egizio seduto in trono con in testa il calathos, un cesto, simbolo di abbondanza e fertilità.
Il grande teatro romano del capoluogo sannita, quando era in uso, arrivava ad accogliere anche diecimila spettatori. Fu realizzato sotto Adrianoin prossimità del cardo maximum cittadino e inaugurato nel 126 d.C., come ricorda uno dei due cippi all’ingresso della scena, mentre l’altro celebra l’ampliamento voluto da Caracalla tra il 200 e il 210. Un teatro maestoso come si conveniva
Il mito ne collega l’origine a Ercole. Ma furono gli Osci, che si insediarono su quel tratto di costa dell’ampio golfo nell’VIII secolo a.C,, a fissare per la prima volta in un’iscrizione il nome di Stabia.
Per secoli hanno contribuito a impreziosire le collezioni dei musei di mezza Europa e d’Oltreatlantico. Scoperte, rivelate al mondo, spogliate del loro contenuto più pregevole e poi, quasi sempre, riaffidate alla terra e all’oblio.
Una scoperta casuale, come la maggior parte di quelle che fin dal Settecento hanno restituito i tesori archeologici all’ombra del Vesuvio.
Gli scavi alla ricerca dell’antica Ercolano sepolta dall’eruzione del 79 d.C. furono avviati nel 1738, ma la fama della città uscita dal fango fu ben presto soppiantata da quella di Pompei che dista poco meno di 20 chilometri.
Pompei sorge su un altopiano a 30 metri sul livello del mare ed a breve distanza dalla foce del fiume Sarno. La fortuna della città fu appunto legata alla sua posizione sul mare, che la rendeva il porto dei centri dell'entroterra campano, in concorrenza con le città greche della costa.
Sulle origini della città, l'ipotesi più accreditata è che fu fondata intorno nell’ottavo secolo a.C. dagli abitanti della vicina Pithekoussai (Ischia)
Su una dorsale collinare tra le valli del Calore e dell’Ufita, Mirabella trae il suo secondo nome dall’antica Aeclanum, il cui sito è nella frazione Passo di Mirabella.