Nel lungo bancone è sciorinato un assortimento che soddisfa ogni preferenza. Vari tipi di carni e preparazioni già pronte per la cottura, fatte come in casa, secondo ricette e gusti suggeriti dalla tradizione. E così, con la carne ovina che arriva dalle stesse montagne frequentate dal nonno, dove ora pascolano le greggi di altri membri della famiglia, da Betty si possono trovare anche i classici arrosticini di pecora e gli ammugliatielli con le interiora di agnello, un classico della cucina vitulanese.
Ma è sulla carne di vitello che la macelleria ha consolidato negli anni recenti la buona reputazione conquistata dalle prime generazioni di titolari, da nonno Luigi Mastrocinque alla figlia Martina con il marito Antonio, i genitori di Betty. Che ha proseguito il loro lavoro, condividendolo da qualche anno con il figlio Antonio. È lui che si occupa di tagliare i quarti interi, che arrivano in macelleria da una filiera brevissima, visto che gli allevamenti sono nella vicina zona di Camposauro e li conosce tutti di persona. Proprio dalla selezione dei produttori e dei luoghi di allevamento ha origine la qualità che Betty e Antonio possono garantire di ogni fetta o pezzo di carne proposti ai loro clienti. Una qualità costante nel tempo, frutto anche del metodo scelto da Antonio per trattare le carni una volta arrivate in macelleria. Dove segue e cura con attenzione la frollatura in cella dai trenta ai cinquanta giorni, che rende la carne più tenera e saporita. Studio e esperienza sono fondamentali nell’approccio al lavoro di Antonio, attivo dietro al bancone insieme alla madre Betty, che da lì offre consigli ai frequentatori fedeli del suo piccolo regno del gusto. Tra le foto di famiglia, quattro generazioni che raccontano storie personali e di comunità.
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